Lui è Song Kang ho, e probabilmente lo ricordi come il Mr. Kim del fenomenale Parasite: in attesa di vederlo di nuovo al cinema dal 13 ottobre nel film di Kore-eda Hirokazu che lo ha visto trionfare sulla Croisette, ripercorriamo la sua carriera.

Gli esordi sul palco
Sebbene l’incredibile interpretazione nel film Premio Oscar di Bong Joon ho abbia portato il New York Times a inserirlo tra i migliori 25 attori e attrici del XXI secolo (per la precisione al sesto posto, appena prima del nostro Toni Servillo), Song Kang ho non ha mai studiato recitazione in modo professionale.
Dopo il diploma infatti debutta in compagnie di teatro amatoriali, per poi approdare alla prestigiosa compagnia diretta da Kee Kuk-seo. È sotto la sua direzione che apprende e affina uno stile recitativo che lascia molto spazio all’istinto e all’improvvisazione.
Mentre si afferma come attore teatrale, anche il Cinema inizia ad accorgersi di lui: arrivano le prime offerte, sempre più numerose, ma tutte rifiutate. Fino al 1996, quando Hong Sang-soo gli offre la possibilità di recitare nel film The Day a Pig Fell into the Well. L’anno successivo arriva il primo ruolo da protagonista, in No. 3, cult di Song Neung-han.

Il battesimo di Park Chan-wook
Sebbene il passaggio dal teatro al grande schermo risalga al 1996, Song Kang ho “nasce” cinematograficamente a tutti gli effetti nel 2000. A tenerlo a battesimo come stella emergente del cinema coreano è il connazionale Park Chan-wook, che lo sceglie per Gongdonggyeongbigu-yeok JSA: l’impronunciabilità del titolo è direttamente proporzionale al successo in patria.
Il sodalizio continua con il primo capitolo della “Trilogia della vendetta”: in Mr. Vendetta (2002) Song Kang veste i panni del glaciale Park Dong-jin, che dopo il rapimento della figlia si trasforma in brutale assassino. Tornerà con un cameo anche nel capitolo conclusivo Lady Vendetta. Nel 2009 invece è un prete trasformatosi in vampiro, nel film vincitore del Premio della Giuria a Cannes Thirst.
La scalata con Bong Joon ho
Nel frattempo, c’è un altro iconico regista coreano che vede in Song Kang ho l’interprete ideale: il futuro Premio Oscar Bong Joon ho.
Prima dello storico exploit all’Academy di Parasite nel 2019 – con il poker di statuette tra cui Miglior Film, Miglior Film internazionale e Miglior regia – i due collaborano nel raffinato noir Memorie di un assassino nel 2003, nell’horror The Host nel 2006 e nel distopico Snowpiercer (2013), che vede Song Kang ho al fianco di un cast internazionale, da Tilda Swinton a John Hurt.
Un continuo crescendo, fino alla consacrazione mondiale di Parasite. Qui è nuovamente un padre di famiglia, Kim Ki-taek: il ruolo che lo fa definitivamente conoscere e amare dal grande pubblico e dalla critica, e che curiosamente lo pone a un solo grado di separazione da Gianni Morandi (In ginocchio da te fa infatti parte della colonna sonora, in una scena indimenticabile).

La storia continua con Kore-eda Hirokazu e Le Buone Stelle – Broker
Per la sua prima produzione coreana, anche il regista giapponese Kore-eda Hirokazu sceglie di affidarsi al talento di Song Kang ho.
Nello struggente Le Buone Stelle – Broker è Sang-hyeon: proprietario di una piccola lavanderia e sedicente “broker di buone azioni”, si ritroverà in viaggio con il suo complice e con la giovane madre che ha abbandonato il suo piccolo, alla ricerca della famiglia ideale per il neonato.
Sulle loro tracce due poliziotte (la giovane Lee Joo Young e Bae Doona, una delle stelle più note del cinema coreano all’estero, con cui Song ha recitato sia in Mr Vendetta che in Host), decise a coglierli in flagrante, e impegnate nel contempo a indagare su un misterioso omicidio.
Dal 13 ottobre preparati alle emozioni di questo on the road inaspettato, con protagonista una famiglia decisamente “per caso”, della quale Song Kang ho è l’indimenticabile, surreale – quanto tenero – papà.
Un ruolo che non poteva che essere suo.
«Song Kang Ho è stato il punto di partenza de Le buone stelle. Ho scritto la sceneggiatura pensando a lui fin dall’inizio, e sul set ha dato vita ad una performance straordinaria.»
KORE-EDA HIROKAZU